Da quante ore sei davanti a quel pc? Spegni la tv, quel programma non è adatto e, no, non sei ancora abbastanza grande per quel film… Insomma, puoi staccare gli occhi dallo smartphone almeno mentre mi parli?
È dalla diffusione di mezzi di comunicazione di massa come il cinema, la tv e il computer portatile che i genitori sono costretti a quotidiane battaglie con i figli per contrattare il tempo da dedicare alla tv e al computer o decidere quali film vedere e a che età. Ma con l’arrivo di internet e delle tecnologie mobile il compito si è complicato in modo esponenziale: con internet il mondo si è raddoppiato, allo spazio reale si è aggiunto quello virtuale, un luogo ulteriore e diverso dove i nostri figli si muovono, si ritrovano, fanno incontri. Un luogo per noi molto più difficile da controllare.
All’inizio si pensava che internet fosse solo uno spazio virtuale e che niente di quello che poteva succedere in quel mondo fosse reale, ma oggi sappiamo che invece i due mondi sono interconnessi e che quindi ciò che accade su internet genera conseguenze anche nella vita “vera”. Quindi, a meno di non pensare di trasferirci in un luogo remoto, fuori dalle rotte digitali, dobbiamo trovare il modo di educare i nostri figli a vivere nel mondo virtuale come facciamo per quello reale.
Internet per quasi tutti i nostri ragazzi, ma anche per gli adulti, significa Social network. Cos’è un social? È un mix perfetto, una formula magica che unisce in un solo luogo molte delle caratteristiche e delle funzioni che si sono sviluppate sulla rete negli anni – i forum, le reti sociali virtuali create dai newsgroup, le chat, la possibilità di collaborare alla creazione di contenuti pubblici – ma con un nuovo ingrediente, irresistibile: poter esplorare le reti sociali degli altri e quindi conoscere persone nuove. È così che Facebook, con i suoi 1,2 miliardi di utenti è diventato il social network più frequentato e ci pone di fronte a una nuova sfida educativa e a molte domande: in che modo i social influenzano le relazioni? Il termine amicizia ha perso il suo valore profondo? Il tempo che i ragazzi spendono on line è rubato alle relazioni vere nel mondo reale? Ci sono statistiche e ricerche che provano a capire il fenomeno e le sue conseguenze a livello sociale, ma dentro casa i primi osservatori siamo noi genitori e il primo comportamento da analizzare è il nostro: che esempio stiamo dando? Se siamo frequentatori così assidui dei social da non perdere mai di vista lo smartphone nemmeno mentre guidiamo, forse dobbiamo ripensare ai nostri comportamenti. Se invece siamo allergici al virtuale ci autoescludiamo dai luoghi che i nostri figli frequentano, ma anche se siamo utilizzatori “normali”, potrebbe essere utile approfondire regole, funzionamento e confini dei social.
Dal mio piccolo osservatorio ho potuto cogliere infatti come per molti dei nostri ragazzi i social network siano un’opportunità per prolungare il tempo in cui si sta con gli amici, per accordarsi sui compiti o su quando vedersi, ma anche un’occasione per farsi conoscere, scegliere quale immagine dare di sé o giocare con la propria identità. Quindi non c’è scampo: i nostri figli abitano i social e se vogliamo sapere come dobbiamo “esserci” anche noi. Le regole d’uso possono variare in base agli stili educativi ma non esiste alternativa al dialogo e alla riflessione, in famiglia, a scuola, in parrocchia. Sono necessari per arrivare a un uso consapevole di questi strumenti e rimanere soggetti attivi che scelgono in base alle proprie esigenze e non in balia delle mode.
Segnalo il film “Disconnected” uscito nel 2013, Regia di Henry Alex Rubin.
Un intreccio di storie sulla ricerca del contatto umano in un mondo dove ormai la realtà quotidiana creata da computer, video giochi, social network, sembra più vera del reale. Il film segue le vicende di personaggi imprigionati nella Rete e nelle trappole che si nascondono nelle chat, nei siti di incontro e nei social network. Una coppia di sposi in crisi vittima di un furto perpetrato da un hacker; un ex poliziotto in difficoltà con il figlio teenager che fa il bullo su Internet; una giornalista televisiva che cerca di convincere un ragazzo coinvolto in un losco giro di video chat per adulti a diventare il protagonistadi un suo reportage. (sito:http://www.comingsoon.it/film/)
Questo film evidenzia essenzialmente gli aspetti negativi dell’introduzione delle tecnologie nella nostra vita tralasciando, vantaggi e opportunità ma può essere uno spunto di dialogo e discussione in famiglia.